ORA.

Ci sono dei momenti particolari nella vita di una comunità, o meglio di un popolo, spesso questi momenti se sono di difficoltà devono obbligatoriamente portare ad un cambiamento,        non necessariamente traumatico ma che parta dalla consapevolezza dello scenario che si ha attorno.

In questi anni abbiamo visto un mondo cambiare molto più velocemente rispetto alla società, generando deviazioni, creando gli spazi per i furbi e cementando quell’orrendo senso della rassegnazione che è il risultato peggiore che questa “era” possa dare, accettando situazioni a volte assurde come situazioni naturali e incapaci di far identificare con esattezza le problematiche da risolvere.

In questi anni abbiamo assistito all’affermazione di una classe dirigente che piano piano si è chiusa al popolo, si è autoreferenziata, si è resa fine a se stessa e dopo questa logorante e lunga ascesa si è trovata a non essere capace di generare ricchezza se non per se stessa, di creare uomini giusti nei posti giusti, e sopratutto per questo si è rivelata incapace di creare il futuro.

Questa classe dirigente ha cambiato il senso anche di tante parole, come meritocrazia e responsabilità; per quanto riguarda la prima è evidente che in questo paese non è stata raggiunta in senso generale e lo dimostrano le obbligatorie nomine politiche, la bassa qualità delle rappresentanze, le numerose incompetenze alle quali spesso ci troviamo di fronte e quindi questa assenza di meritocrazia non ha generato la miglior classe dirigente possibile; anche per la “responsabilità” si è assistito ad un completo svuotamento del senso della parola. Infatti non è abitudine esprimere valutazioni in base a dei risultati raggiunti e quando timidamente si cerca di farlo è sempre possibile contestarne i dati. Viviamo nel mondo delle scuse e del “non sono stato io”. Ad esempio in politica la responsabilità ha un significato tutto suo ed ancora oggi non si giudicano le politiche fatte sulla base dei risultati prodotti per la comunità, altrimenti non si spiegherebbero le innumerevoli politiche sbagliate e prive di risultati che si continuano comunque a perseguire.

Poi, nel cuore della vita sociale, c’è il popolo, disorientato proprio come il volere della classe dirigente dominante, distratto e sempre più disposto ad accontentarsi per tutelare il proprio piccolo orticello davanti alla classe dirigente che usa il consenso come un mercato, perchè chiaramente è più facile da gestire se sei tu ad avere le risorse.

Il cambiamento di questi mesi risiede nel fatto che il popolo è anche sfiduciato, forse questo è un problema che chi comanda si pone oppure può continuare ad agire pensando al popolo come il proprio gregge da guidare a prescindere, ma quando l’economia non gira, quando si ha paura per il domani, quando il solito piccolo contentino non basta più a pagare il prezzo di una generale presa per i fondelli, beh a quel punto le favole che vengono raccontate non incantano più nessuno.

In questa situazione c’è poi una generazione che oggi dovrebbe già essere in grado di guidare le proprie comunità, le proprie aziende e le proprie posizioni lavorative, una generazione che si trova davanti gli enormi problemi cronici che generano le difficoltà di questi tempi.

Questa generazione ha pagato una riforma universitaria sbagliata e gli atenei ostaggio dei baroni; ha pagato il prezzo di entrare in un mondo del lavoro che doveva cambiare con criterio verso la flessibilità ma che invece non ne ha avuto il coraggio lasciando lo spazio alla precarietà e allo sperpero delle risorse intellettuali. Questa generazione ha difficoltà a creare le proprie vite e le proprie famiglie ed ancora oggi è costretta a chiedere il piacere al potente di turno per avere la dignità di uno stipendio.

Non si vuole arrivare ad un conflitto generazionale ne tantomeno si vuole dire che questa generazione sia migliore di altre, sia chiaro, tutto va dimostrato, ma i trentenni di oggi hanno sicuramente una percezione del mondo che si avvicina di più alla realtà, migliore o peggiore che sia, ma è il mondo di oggi e noi dobbiamo cercare di renderlo il più giusto possibile.

Per la nostra generazione questa è una chiamata alla responsabilità, quella dal significato forte che nasce dal capire che se in una comunità c’è spazio per le idee e le competenze, c’è una vitalità che gira, c’è un programmazione sul lungo periodo, c’è un sistema basato sul merito a tutti i livelli, allora ci sono i presupposti per il benessere diffuso e la crescita. Noi, aldilà della nostra cultura e della nostra formazione, abbiamo problemi comuni per la costruzione del nostro futuro, e già perchè è del nostro futuro che si parla e poco servirà incaricare qualche altro aspettando il sogno del cambiamento, anche perchè poi lamentarsi e basta rimarrà sempre l’attività meno faticosa.

Noi sappiamo che il mondo in cui viviamo ha tolto i confini canonici dei territori, sappiamo che ci dobbiamo confrontare, collaborare, copiare o entrare in altre realtà; sappiamo che le idee devono trovare lo spazio dove misurarsi; sappiamo che essere classe dirigente ci rende responsabili, sappiamo che dobbiamo sempre confrontarci e ascoltare, sappiamo che le azioni da intraprendere devono essere coordinate, che gli individualismi fanno perdere ricchezza a tutti gli individui; sappiamo che le risorse, economiche e non, devono essere sfruttate nel miglior modo possibile se le vogliamo avere sempre a disposizione; questa generazione sa anche che il mondo cambia velocemente e che da questo cambiamento nascono le opportunità del domani. Provare a inseguirle è un nostro dovere, far crescere la nostra comunità vorrà dire far crescere noi stessi.

E’ il momento di prenderci quel ruolo che ci spetta, è il momento di prendere noi le decisioni che riguardano il nostro futuro, è il momento della responsabilità. E’ il momento, ed è ORA.

LOBBY

farmacie siamo partiti con la liberalizzazione di fascia c e siamo arrivati ad una farmacia ogni 3 mila abitanti. poco, veramente poco

INFLAZIONE

nel 2011 gli italiani hanno imparato lo spread nel 2012 impareranno il termine inflazione. M.S.

CARO PETROLIO

benzina ad 1,80 avremo nel 2012 una forte spinta inflazionistica

TRENTA

spazio alle idee, spazio alle risorse del nostro territorio, spazio ai giovani,

BERLINO BATTE LONDRA

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-01-12/berlino-batte-londra-wifi-162219.shtml?uuid=AaODdKdE

TRENTAMENTE PARTE DALLA TESTA PER ARRIVARE ALLA COSCIENZA

NON GIRARE LE SPALLE AL TUO COMUNE, TRENTA MOTIVI PER PARTIRE CON NOI:

  • HO VOGLIA DI IMPEGNARMI PER IL MIO COMUNE
  • HO VOGLIA DI METTERMI ALLA PROVA
  • CREDO NELLE MIE IDEE E VOGLIO DIVULGARLE
  • CREDO NELLA MERITOCRAZIA
  • VOGLIO UN COSTANTE RICAMBIO GENERAZIONALE
  • VOGLIO PARTECIPARE AL DIBATTITO POLITICO DEL MIO COMUNE
  • IL SENSO DI COMUNITà è DEBOLE, LE NUOVE GENRAZIONI DEVONO AUMENTARLO
  • NO ALL’INDIVIDUALISMO
  • CREDO NEL GIOCO DI SQUADRA
  • VOGLIO VIVERE LA MIA VITA A POLICORO
  • SONO UN CITTADINO ED HO DEI DOVERI
  • SE POLICORO MI HA DATO QUALCOSA ORA POSSO RESTITUIRE
  • POLICORO è UN FARO INCOMPIUTO DA 50 ANNI
  • NO AL CLIENTELISMO
  • NO ALL’AFFARISMO
  • NO ALLA DEMOCRAZIA DEI MEDIOCRI E DEGLI INCOMPETENTI
  • CREDO NELLA DEMOCRAZIA FATTA DAI NUMERI MA NON DALLE FAMIGLIE NUMEROSE
  • NO AL TRASFORMISMO
  • NO ALLA FRAMMENTAZIONE DEL CONSENSO
  • SI ALLA MILITANZA
  • SI AD UNA DIALETTICA FATTA DI AVVERSARI E NON NEMICI
  • Più TRAPARENZA NELLA GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE
  • Più CONTROLLO SULLA BUROCRAZIA
  • CHI SBAGLIA SI FA DA PARTE
  • CHI MERITA HA DIRITTO AL MASSIMO APPOGGIO
  • IL CONSENSO SI CONQUISTA CON I PROGRAMMI E NON CON LE PROMESSE
  • LOTTA AI PRIVILEGI E ALL’IGNORANZA
  • VOGLIO UNA POLICORO CENTRO DEL METAPONTINO
  • NO AL CAMPANILISMO, SI ALLA COOPERAZIONE TRA COMUNI
  • SONO LUCANO, E POSSO SOGNARE……

Benvenuti

Trentamente ha inizio.